Dissertazioni

domenica 21 aprile 2013

Questa è guerra....

Chi non mette play 30 anni di sfiga. 

 
Una volta facevano le case di legno, a un piano. Se c'era il terremoto cadevano e il massimo che poteva capitarti era stare un mese paralitico. 
E dopo esserti ripreso tornavi a costruirti la casa di legno.
Ma poi sono usciti fuori i Verdi. E il legno non si poteva usare più, che il pianeta avrebbe pianto lacrime amare quando dalla pelle sua, la terra, tiravano via i peli, gli alberi.

Perchè fa male.

Ma questo non c'entra niente...

Una volta facevano le persone tutte d'un pezzo, quelle che non si scomponevano. Fiere e austere allo stesso tempo. Quasi altisonanti.
Poi sono usciti fuori quelli del PD.
A quelli che l'hanno votati, io vi volevo dire una cosa: "Io vi voglio bene. Lo so che avevate buone intenzioni. Lo so che non ve lo sareste mai aspettato. Senza che cominciate con la storia del meno-peggio. V'ho detto che vi voglio bene lo stesso. Senza che vi giustificate. È successo. Dormite tranquilli stanotte."

Beh
io,
vi volevo dire questo.

Ma qualcun'altro non la pensa come me... e sta preparando l'artiglieria pesante.



(Cake - Comfort Eagle)

giovedì 10 maggio 2012

I have a Dream

 


C'è un pavone che strilla da qualche parte.
Non ho ancora capito se paulula, stranazza, si lamenta è felice o cos'altro... ma il Pavone non c'entra. Il pavone fa solo da sfondo al sogno che ho fatto stanotte.

Ho visto un futuro diverso. Ho visto un futuro all'insegna dell'efficienza energetica. Avevo sembianze e fattezze di una lavatrice.
Ma non una lavatrice qualunque. Io ero una lavatrice AA+. Una lavatrice che non consuma poca energia, ma che consuma la giusta energia.

Non so perché proprio una lavatrice. D'altronde sarei potuto essere un frigorifero, un forno o più semplicemente una lampadina. 

Forse per il bisogno di girare ad alta velocità, centrifugare con forza le cose inghiottite in un vortice d'acqua e sapone per poi sputarle pulite se il programma selezionato è abbastanza lungo e altalenante da eliminare tutte le macchie.

Ho sognato di essere efficiente. Di usare l'energie che mi venivano concesse nel modo migliore possibile, per rendere di più.

Il futuro non è il riposo. Il futuro è la resa del 100%
Scommetti?
 

sabato 4 febbraio 2012

Radici





Io sono un cane di campagna.
Sono abituato ai campi, alle praterie, alle distese di colori.
Mi piace correre sul morbido e sentire il sapore dell'aria.
Altro che asfalto.

Io sono un cane di campagna,
e i cani di città proprio non li posso soffrire. Loro e i loro modi altalenanti, cosparsi di quella libertà arrogante che di umile e sincero non ha niente, quella libertà che sa di orgoglio e superbia.

Io sono un cane di campagna e,
malgrado tutto, ho la mia eleganza.
I cani di città si sentono in diritto di fare i loro bisogni ovunque si trovino e di andarsene come se nulla fosse. Dalle mie parti la cosa non sarebbe tollerata... perché io sono un cane di campagna e in campagna le cose seguono tutte una loro logica, l'ordine della vita.

A me piace la pasta col sugo, gli ossi da sgranocchiare, le bucce di formaggio. Altro che croccantini e scatolette di carne gelatinosa.
Mi piacciono le cose vere...

Io sono un cane di campagna,
e le cose preferisco vederle nascere e crescere
e a volte anche morire...
Mi piace vedere il tempo che passa nel momento in cui succede. Mi piace vedere la vita che si ferma rispettosa mentre la morte le passa di fianco.

Io sono un cane di campagna,
e i cani di città proprio non li sopporto; così indifferenti a tutto, tranne che a loro stessi.

(Parish Hall - How can you win)

venerdì 21 ottobre 2011

In un modo o in un altro.





Mi piacerebbe, di grazia, parlare l'italiano come si conviene, come i nobili d'un tempo; senza alcuna fretta nel dire, quella fretta che tronca le parole e rende tutto indistinguibile borbottio.
Mi piacerebbe intonarlo, con voce maestosa, per dargli un senso e un peso diverso per ogni palpitazione dell'animo mio.
Mi piacerebbe chiudermi in me stesso, alle volte, ma poterlo dire senza tremore nella voce, come accade ai più per questo senso di impotenza che ci sovrasta tutti.
E mi piacerebbe parlarti, come non ho mai fatto, per raccontarti di quella pena docile e tremenda che mi delizia il dì e mi atterrisce a notte.
E mi piacerebbe scriverti, non le solite quattro parole che non so neanche mettere insieme, ma quelle altre che non conosco molto bene, quelle che non mi arrischio a usare per non cader in errore... e lasciarti perplessa.

Perché è così che finisce tutte le volte: che non riesco a dirti...

(Message to Bears - Snowdonia)

sabato 25 giugno 2011

Parata "par tòt" 2011 - Bologna a piedi - Resoconto


Dopo il successo di "Non è un paese per vecchi" e "Questo posto è troppo piccolo per tutti e due" sono lieto di annunciarvi il grande ritorno de "la parata per tutti"!?! Già perché non s'è capito perché l'anno scorso non si è fatta, ma quest'anno sì... e già ci si domanda se ci sarà il prossim'anno o il prossimo ancora...

Sta di fatto che è stato un grande successo, come sempre, inevitabilmente.

Mi sarebbe piaciuto dirvi che sono uno di quei grandi fotografi tutti super-reflex-muniti che passano ore al photoshop per aggiustare i colori alle foto ma io, fondamentalmente, sono pigro. E sono anche bugiardo.  
Perciò vi racconterò la mia versione dei fatti, che molto probabilmente non corrisponde a verità. Liberissimi di pensarla diversamente... [vi ricordo che se avete qualche considerazione da fare potete usare il tasto COMMENTA qua sotto].

E' iniziato tutto un caldo pomeriggio al limitar della primavera; s'era deciso con gli amici d'andare a fare un giro in centro per rimirar il culo del nettuno assaporando un gelato al pistacchio. E invece no. In piazza maggiore c'era la ressa. La gente si spingeva e sgomitava, e visto che io non sono uno dalle idee originali, ho iniziato a spingere e sgomitare anch'io.
Sotto la statua di Papa Gregorio XIII (o giù di lì), quella di palazzo d'Accursio per intenderci, c'era uno spazio delimitato da due barriere, una sorta di corridoio indipendente da dove passavano strani figuri. Chiedendo un po' qua, un po' là, s'è capito (me e i miei amici) che quella era la "par tòt". La simpatica parata dove tutti possono partecipare senza limiti d'età, di religione, razza e originalità.
Così mi sono sentito parte del tutto. E mi sono ricordato che due anni fa c'ero anch'io, in un modo o nell'altro.
Mi sono ricordato di tante cose, dei sorrisi, delle belle ragazze, dei colori e delle birre...

E mi sono accodato.
Devo dire che inizialmente sono rimasto fermo dov'ero, sotto lo sguardo affranto di Papa Gregorio, di modo che mi sono perso tutto lo spettacolo che stava là vicino, sul crescentone... Ma è stato bello lo stesso. Ecco.

Perciò vi lascio due foto qua sotto... per ricordarvi che
 c'ero io, ma c'era anche un sacco di bella gente.....

I bimbi belli con le signore dietro che guardavano male.... non si sa perché...
Pervetiti con i telefonini che fotografavano uomini-bimbi nudi
Fotografi della Par Tòt del millenovecentosette, anno della prima edizione
Leonesse che ballano urlando e mani che le indicano
Gente incorniciata che fa smorfie in via Ugo Bassi

Pausa foto...

Il simpatico corteo si è poi diretto a via Rizzoli ed ha cominciato a pianificare sordidamente l'occupazione lecita di via Ugo Bassi, Marconi, Mille per andare a finire a Piazza VIII Agosto nel parco della Montagnola. E mentre tutto questo succedeva una simpatica signora mi ha dato modo di ridere a più non posso.
Era una signora distinta, di quelle che se le vedi per strada le accomuni alla borghesia bolognese zona Colli... Girava con un cappello di tela grigio e un'amica. Si guardava intorno intimorita da tutta quella spensieratezza e voleva andare da piazza Maggiore (sicuro era stata a via Castiglione per fare shopping... mi ci gioco i pochi soldi che mi restano sulla carta di credito) e voleva continuare il suo tour per via Indipendenza...
Ma, ahimè, c'era della gente saltellante che non accennava a fermarsi, così, rivolta all'amica dice: "aspettiamo il semaforo verde così riusciamo a passare"

Ho detto tutto... pensateci su. Ahhahahahhahahha


"Gran Balotta"

Balli di gruppo

E la menzione speciale per i carrettieri??? Ne vogliamo parlare?? di quelli che si sono messi a fare i carri per ballare la lap-dance... quelli che hanno fatto la zucca-carrozza di scarpina-cenerentola con i bicchieri di carta??? Ne vogliamo parlare??? Non li conoscete... Ve ne presento uno.

Lui è Gaspare... Gaspare, per gli amici. 
E gente al seguito...

E la Gastronomia "Balorda" dove la mettiamo???

Loschi figuri con scontrini in torno al collo.

I pirati all'arrembaggio

Da notare la scritta in basso a sinistra sul tabellone ATC... e i tipi sulle fermate che aspettano il bus.

E di quelli sulla cabina telefonica a Piazza dei Martiri??

Gli omini verdi che ricevono in dono il vino per la loro gentilezza...

Vestiti bellissimi che guardano "BIP"

E questa è una deviazione degna di Harry Potter... Cioè: l'ambientazione che sembra un lago. Una bacchetta magica e il fuoco.
Maghi che in mezzo alle fontane cercano di far innamorare fanciulle.

E poi direi di finire così... Con gli UFO che al parco della montagnola prendono il posto delle ragazze che giocano col fuoco... "Bambini, non si scherza col fuoco!?!?" Oppure è un'apparizione di una santa??? O la vedo solo io quella luce... 

Santa Margherita... o Santa Caterina... 




Ma lo sapete cosa è mancato???

I morti ammazzati di due anni fa.
 



sabato 23 aprile 2011

Strade

 




Me lo ripeto sempre - perché nella vita c'è bisogno di convincersi - che se avessi avuto determinate cose da bambino la storia avrebbe preso tutta un'altra piega. Cose tipo "se avessi avuto una reflex ora sarei sicuramente fotografo" o "se avessi avuto un pianoforte sarei il nuovo Einaudi"... Cose così. Come se, a avercele certe cose, tutto diventerebbe semplice e naturale...
Ma non è così.
Perché a pensarci bene molte cose le ho avute ma mica mi si è risvegliato una qualche particolare dote nascosta. Cioè le penne e i libri li ho sempre avuti ma non sono diventato Calvino; giocavo con le macchinine ma non sono diventato nè meccanico, nè ingegnere nè pilota.

Sono rimasto com'ero. Come tanti. Come nessuno.

Ma una cosa da fare dovrei pur trovarla, non si può mica star sempre alla stregua delle persone che saremmo potute essere.... Così m'improvviserò un po' di tutto. Non mi piace focalizzarmi su una cosa sola. E' restrittivo e poco costruttivo.

Perché "nella vita bisogna saper fare tutto"....
.... arrangiarsi, insomma!

(Slade - Coz I love You)

martedì 19 aprile 2011

Foglie al fiume...

 

(Muse - Blackout)
17 Agosto 1981

Credimi,
Lidia,
a volte il cuore è così debole e pieno di incertezze che soltanto una fede davvero inscrollabile nelle cose a cui teniamo ci darebbe la forza per andare avanti. E resistere.
Cara Lidia, è ormai tantissimo che i nostri sguardi non s'incrociano ma nemmeno per un attimo ho dubitato del posto che hai nel mio cuore.
Eppure sovente mi chiedo quante ne avrai lette di tutte queste lettere che ti scrivo nei ritagli di tempo che riesco a trovare. Quante te ne saranno arrivate?
Ma soprattutto, come stai?
Come stai, Lidia?

C'è un vento inquieto stasera. Spinge la persiana contro la finestra e fa vibrare la poca luce che riesce a passare attraverso le fessure. E' un movimento irregolare e caotico. Ma anche lui, come tutto, segue la sua logica. E la sua logica è l'insieme.
Tutto è collegato, Lidia.

Quando mi hanno raccontato di lei, di quello che è successo, di come è andata a finire... a stento sono riuscito a trattenere le lacrime. Insieme alle forze sono venute a mancare tutte le aspettative, i desideri, tutte le mete che mi ero prefissato di raggiungere.
Ed è scomparso tutto, insieme a lei.

Aspettami, Lidia.
Tornerò.