Dissertazioni

sabato 15 maggio 2010

Datti da fare.




Allora, facciamo così: io scrivo se scrivi pure tu.
Non è che come al solito devo fare sempre tutto io.
Dev'essere uno scrivere reciproco, un intenderci nello stile e nella forma. Due anime che si fondono e creano l'operà.
Ma sempre in incognito, per via di quella questione lì, quella dei diritti d'autore. Così sembra che scrive il capo.
Solo che ci sono dei problemi. Io, tanto per fare un esempio, ho una buco nel cervello. Per essere precisi il buco sta proprio nel cozzo dove ci stanno le parole... quindi perdo parole. Escono parole. Si mischiano parole. Si stendono parole.

A caso.

Se la maggior parte della gente qui non volesse un discorso serio e preciso, coerente con le premesse e con delle motivazioni, delle finalità, sempre forti e dirette non ci sarebbe problema.
Ma non è così.
E mi sento un po' spaesato. Anzi, fuori luogo. 
Ecco. Mi sento fuori luogo.
Dico per dire, ora mi piacerebbe mettermi a ballare sotto la pioggia, ammè. Ma piove. Dovesse vedermi qualcuno non la prenderebbe proprio come una cosa intelligente. Piuttosto mi darebbe dello Scemo. 

Comunque dicevo, io e te dobbiamo scrivere. Cioè io voglio scrivere, ma se non scrivi pure tu non scrivo. Non vedo perché quello che si deve sputtanare sono sempre e solo io. Quindi mettiti l'anima in pace e datti da fare. 
L'inchiostro sta lì, penna dei miei stivali.
Scrivi.

(Steve Isles - Ruskies)

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